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Prima di dormire

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Perché mi metto le mani in faccia? Non riesco a smettere. È come se dovessi lavarmi, togliermi qualcosa di dosso. Mentre lo faccio alzo la testa e chiudo gli occhi, e li riapro subito mentre allontano le mani che scendono sul collo, guardando verso l’alto; sembra quasi che non voglia guardare le dita, non voglia vedere ciò che mi sta toccando. Che poi sarebbe parte di me: è il mio corpo, sono io, non uno sconosciuto, non un altro.

Poi abbasso la testa, e la mano sinistra accarezza i miei capelli, passa sulla nuca, e da lì rialzo la testa e lo sguardo, senza incontrare la mano che riscende sul collo. È un’ossessione. Rifaccio lo stesso con la mano sinistra. Tutto davanti al computer, appoggio i gomiti sul tavolo.

Sono stanco. Non c’ho voglia di fare niente. È che vorrei fare tante cose, ma non posso, o non so come farle, né in che ordine. Inspiro profondamente con la bocca chiusa, ruoto la testa verso sinistra e verso destra. Ma che sto facendo? Espiro profondamente con la bocca aperta. Poi mi gratto con un dito sotto la bocca, sopra il mento.

Mi dà fastidio. Striscio i piedi sul pavimento, sento il rumore delle ciabatte sulle piastrelle, sembrano pesanti. Ingoio la saliva, ho sete, ingoio nuovamente la saliva. Sbadiglio, e sento che mi viene la pelle d’oca sulle braccia.

Sbadiglio, ma è presto per dormire. Invece adesso non mi va di pensare, mi gratto il naso, sbadiglio. Abbasso la testa, per un attimo guardo il tavolo, poi lo schermo del computer. Muovo la lingua, imito il passo di un cavallo, clop clop oppure trot trot non lo so.

Poi abbasso la testa, e la mano sinistra accarezza i miei capelli, passa sulla nuca. Sbadiglio. Sento gli occhi umidi. Non piango, non so perché dovrei farlo. Incrocio le braccia per grattarmi le spalle, ah che sollievo. Comincio a sentirmi meglio, avevo bisogno di un abbraccio.

Sbadiglio, adesso me la sento di andare a dormire,